Vision, una Think Tank italiana, ha presentato di recente un
documento in cui sono presentate 6 proposte in materia di fisco e di lotta all’evasione.
Le proposte avanzate sono le seguenti:
1.
spostare il carico fiscale dalla tassazione sui redditi da lavoro e da impresa a quello sui patrimoni e sui beni di consumo, preservando quelli di prima necessità e colpendo soprattutto quelli più inquinamenti;
2. estendere la possibilità delle
detrazioni fiscali;
3. legare in modo più stretto
l’erogazione del servizio con il pagamento delle tasse;
4.
semplificazione dei meccanismi di determinazione delle tasse;
5. migliorare i
meccanismi di accertamento e di somministrazione delle sanzioni;
6. destinare le risorse raccolta dalla lotta all’evasione alla
riduzione del carico fiscale.
Commentiamo ora queste interessanti e ben articolate proposte.
Iniziamo prima con un rapido commento sulle proposte su cui c’è piena condivisione.
In particolare, sulla prima proposta anche l’
Ocse, nelle sue raccomandazioni all’Italia sulle riforme da attuare, ha ben evidenziato come lo
spostamento della tassazione dai redditi alle “cose” sia un prerequisito fondamentale per agevolare la crescita economica.
Anche sulla quarta proposta, quella sulla semplificazione del sistema fiscale non si può non essere d’accordo. Aggiungerei rispetto alle argomentazione di Vision che un
sistema più semplice faciliterebbe anche chi è deputato ad effettuare gli accertamenti, e quindi sarebbe anch’esso uno strumento di deterrenza verso gli evasori.
Sul punto 5, quello relativo al miglioramento dei meccanismi di accertamento e di erogazione delle sanzioni sono invece solo parzialmente d’accordo. Sicuramente spazi di miglioramento del sistema attuale esisto. Vanno senz’altro introdotti dei meccanismi che evitino le cosiddette “cartelle pazze” (ci occuperemo di questo punto più in dettaglio in un prossimo post), cioè accertamenti errati o per situazioni inesistenti o per eventi conclusi (il caso della richiesta del pagamento di tasse già pagate).
Il sistema sanzionatorio non andrebbero però alleggerito. Come visto nel post del 4 ottobre 2011 sulla
valenza delle sanzioni nel contrasto all’infedeltà fiscale, in Italia le sanzioni sono si elevate però poi si pone un grande problema di certezza della pena in quanto spesso queste sanzioni non poi effettivamente erogate, anche perché i contribuenti sanzionati hanno una grande fiducia che l’emanazione di un
condono possa venire in loro aiuto.
Sul secondo punto, quello relativo alle
detrazioni fiscali, non mi trovo invece d’accordo. Come descritto nel post del 28 settembre 2011, le
detrazioni fiscali per eliminare completamente qualsiasi possibilità di connubio tra venditore e acquirente volto ad evitare l’emissione di fatture/ricevute/scontrini dovrebbero essere fissate su livelli così elevati da erodere di fatto tutto il gettito fiscale.
Anche sul terzo punto, cioè sul
maggior legame tra la prestazione del servizio e il pagamento delle tasse, non mi trovo d’accordo. Nel documento di Vision si fa l’esempio il costo del servizio della metropolitana che dovrebbe essere spostato dalla fiscalità generale sul prezzo del biglietto. Giustamente però si aggiunge che dovrebbero essere esentanti quelli che hanno minori possibilità. In un paese in cui molti commercianti dichiarano redditi inferiori alla soglia di povertà è chiaro però che in questo modo si farebbe un ulteriore favore agli evasori e si penalizzerebbero lavoratori dipendenti e pensionati che, non potendo evadere, risulterebbero gli unici ad avere redditi tali da poter sostenere direttamente il costo dei vari servizi pubblici.
Infine, anche sul sesto punto ho qualche perplessità. In primo luogo, sul
legame tra riduzione del carico fiscale ed evasione, come visto nel post del 29 settembre 2011, non c’è piena convergenza nei diversi studi empirici presenti in letteratura. Non è quindi scontato che ridurre le aliquote potrebbe migliorare ulteriormente il contrasto all’evasione. Inoltre, stante l’attuale contesto economico-finanziario le risorse recuperate dalla lotta all’evasione dovrebbero essere preferibilmente destinate alla riduzione del debito pubblico. Solo quando si sarà raggiunto un livello di debito/Pil più sostenibile allora si potrà allora avviare il taglio delle tasse.