lunedì 10 ottobre 2011

L’effetto della pubblicazione online dei redditi dichiarati - Ricerche sull’evasione (8)

Il tema della pubblicazione online dei redditi fiscali dichiarati da ogni contribuente è abbastanza controverso. Il primo a scegliere questa strada fu Visco nel 2008. Le reazioni politiche a questa scelta furono molto veementi tanto da spingere l’Agenzia delle Entrate a sospendere quasi immediatamente la diffusione dei redditi. Anche il Garante della Privacy sollevo dei problemi sulla diffusione di questi dati in modo libero e senza filtri.

Nella recente manovra anticrisi il tema era ritornato al centro del dibattito prevedendo, in una prima bozza, che i Comuni potessero decidere se pubblicare i redditi dichiarati. Alla fine il Governo ha deciso di prendere una strada del tutto inefficace, cioè quella di dare la possibilità ai Comuni di pubblicare i redditi dichiarati per tipologia di contribuenti (ad esempio dentisti, avvocati, proprietari di ristoranti, ecc.).

L’efficacia della pubblicazione dei redditi dichiarati per il contrasto dell’evasione è in ogni caso dubbia. Come evidenziato da Carlo Marchese nel suo articolo su www.lavoce.info del 2 settembre 2011, “La vergogna di essere un evasore”, la sanzione sociale per gli evasori è abbastanza limitata per il fatto che evadere è un fenomeno molto diffuso. Indicazione nella stessa direzione sono state fornite dallo studio di Luigi Cannari e Giovanni D’Alessio sulle opinioni degli italiani circa l’evasione fiscale (post del 14 settembre 2011).

Per Carlo Marchese la pubblicazione dei redditi può avere addirittura effetti controproducenti. Infatti, “l’informazione sull’altrui evasione non punita può tranquillizzare l’aspirante evasore, che insomma, potrebbe d’ora in poi mangiare la foglia anche meglio di quanto già oggi non avvenga grazie alla conoscenza dei dati medi”. Ad esempio, il ristoratore notando che il reddito dichiarato dal ristorante sito a poche centinaia di metri è ben più basso potrebbe scegliere di evadere in misura maggiore per non pagare più tasse del suo concorrente. Il rischio è quindi che avvenga il cosiddetto effetto gregge.

Anche un recente studio dell’Ocse ha messo in evidenza che la comunicazione contro l’evasione per essere efficace non deve tanto enfatizzare che chi evade sarà scoperto e sanzionato, in quanto può produrre l’impressione che l’infedeltà fiscale è la norma e non l’eccezione.
Andrebbe invece sottolineato che la maggior parte dei contribuenti sono onesti e grazie alla loro fedeltà fiscale è possibile tenere in piedi lo Stato, soprattutto sul piano sociale.

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