lunedì 12 settembre 2011

Il terrore degli evasori: la tracciabilità dei pagamenti

La crisi finanziaria che stiamo vivendo ha spinto il governo Berlusconi a cercare risorse con una modalità del tutto sconosciuta a tutto l’esecutivo: la lotta all’evasione. Sarà forse per l’inesperienza in questo campo che si è mancato di utilizzare lo strumento forse più efficace in questo campo, cioè la tracciabilità dei pagamenti.

Il governo Prodi, ed in particolare il viceministro all’economia Vincenzo Visco, aveva previsto una seria ed efficace riduzione della soglia entro cui è possibile effettuare i pagamenti in contanti. A luglio 2008, cioè ben 3 anni fa, questa soglia doveva essere fissata a 100 euro. Ciò avrebbe voluto dire che per la maggioranza dei professionisti che vivono di evasione la vita sarebbe cambiata radicalmente.

L’8 maggio del 2008 accade però un evento che fa aumentare notevolmente la vendita di bottiglie di champagne, ma che al contempo permette agli evasori di vivere felici e contenti: il quarto governo Berlusconi entra in carica. Uno dei primissimi interventi che questo governo fa è proprio la modifica della norma sulla tracciabilità, con un incremento della soglia massima per l’uso del contante di ben 125 volte, cioè da 100 euro a 12.500. Berlusconi ha giustificato questa scelta al fine di evitare che l’Italia diventasse “uno Stato di polizia tributaria”.

Solo con la manovra dell’estate 2010 il governo Berlusconi si è invece accorto che la tracciabilità poteva aiutare i dissestati conti pubblici, per cui la soglia è stata poi abbassata a 5.000 euro, poi ulteriormente dimezzata nella recente manovra fino a 2.500 euro. Rispetto ai 100 euro previsti da Visco c’è però ancora un abisso e l’ammontare previsto non è probabilmente sufficientemente basso da permettere l’emersione di un’ampia fetta di evasione.

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