mercoledì 28 settembre 2011

Le detrazioni possono essere una soluzione contro l’evasione?

Una tesi abbastanza diffusa nell’opinione pubblica, e soprattutto in alcuni esponenti politici, è che la soluzione maestra per debellare l’evasione sia il cosiddetto conflitto di interessi. In altri termini, si vorrebbe introdurre nel sistema fiscale un ampio spettro di detrazione a favore di chi effettuata l’acquisto di un bene o di un servizio. Il conflitto di interesse con il venditore, che è interessato ad evadere, emergerebbe per il fatto che l’acquirente, per ottenere la detrazione, deve poterla certificare presentando la fattura o la ricevuta fiscale.

Ma questo sistema è effettivamente efficace contro l’evasione? Per verificarlo ripercorriamo un esempio presentato da Alessandro Santoro nel suo libro (si veda post del 22 settembre 2011), solo leggermente modificato per tener conto dell’aumento dell’Iva recentemente deliberato dal Governo.

Ipotizziamo che un commerciante ci venda un bene dell’ammontare, al netto dell’Iva, di 1.000 euro (si veda l’esempio 1 della tabella sottostante). Se il commerciante emette regolare fattura, e ipotizzando che al fisco deve pagare una aliquota fiscale del 30%, ne consegue che il suo ricavo, al netto delle tasse, sarà pari a 700 euro. Si apre quindi per il commerciante “egoista” la possibilità di applicare uno sconto sui 1.000 euro del prezzo di vendita, nel caso in cui l’acquirente non richiedesse a fattura, fino ad un massimo di 300 euro (1.000 - 700).



Dal lato dell’acquirente, ipotizziamo invece affianco all’Iva del 21%, che si va a sommare alla spesa dei 1.000 euro, ci sia la possibilità di dedurre il costo della compravendita del 51%. Ne discende che il costo effettivo del bene acquisto, a fronte dell’emissione della fattura, sarebbe pari a 700 euro (costo di vendita più l’Iva, meno la detrazione). Essendo questo costo esattamente pari al prezzo scontato massimo che il commerciante può applicare si può concludere che la transazione avverrà necessariamente con l’emissione della fattura.

Possiamo allora concludere che effettivamente abbiamo trovato la soluzione all’evasione? A veder bene i numeri sul gettito fiscale potremmo proprio dire di no. Infatti dalla transazione descritta il fisco non incassa nemmeno un euro. Infatti, a fronte dell’imposta pagata dal commerciante di 300 euro e dell’Iva di 210 euro (in tutto 510 euro), l’acquirente ha diritto ad una detrazione pari esattamente a 510 euro.

La soluzione per avere comunque un gettito fiscale positivo è quella di ridurre al di sotto del 51% le detrazioni? Assolutamente no, se la detrazione fosse più bassa rispetto a questo “numero magico” allora si aprirebbe uno spazio per l’evasione. Infatti, il commerciante potrebbe scontare il bene, a fronte della mancata emissione della fattura, fino ad un prezzo inferiore a quello che l’acquirente pagherebbe tenendo conto della detrazione (si veda l’esempio 2 della tabella).

Va inoltre considerato che i soggetti con redditi al di sotto della soglia minima di contribuzione non avrebbero alcun incentivo a chiedere fatture/ricevute/scontrini in quanto non avrebbero tasse da poter detrarre.

In conclusione, il sistema delle detrazioni è effettivamente efficace per eliminare l’evasione solo se il fisco rinunciasse al gettito, cosa ovviamente non possibile.

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