mercoledì 26 ottobre 2011

Il concordato fiscale non è la strada giusta. Perché non reintrodurre la minimum tax? Proposte (5)

In una recente intervista a Radio24 nella trasmissione condotta da Oscar Giannino l’on. Maurizio Leo ha offerto alcune delucidazioni su quale sia l’idea di concordato fiscale a cui il Governo sembra stia pensando.

Esclusa infatti la possibilità di effettuare l’ennesimo condono, anche perché per l’Unione Europea non sarebbe accettabile ricorrere nuovamente a misure una tantum quando invece il problema dell’Italia è fare riforme strutturali, la strada che ha proposto l’on. Leo è quella di un accertamento di massa.

Il procedimento proposto è il seguente:
1. l’Agenzia delle Entrate, utilizzando tutti i database a disposizione, nonché le informazioni derivanti dagli studi di settore, individua tutti i casi sospetti di evasione e fa una stima di quale sarebbe dovuto essere il reddito effettivo del contribuente;
2. la stessa Agenzia delle Entrate invia una comunicazione a tutti i contribuenti per cui sono state riscontrate delle incongruenze nelle loro dichiarazioni dei redditi proponendo di sanare la loro posizione pagando le tasse sulla differenza tra il reddito presunto e quello dichiarato. Così facendo il contribuente chiude la sua posizione verso l'Erario, mentre l'Agenzia delle Entrate evita di avviare un lungo e articolato procedimento di accertamento individuale.

Questa proposta ha però dei notevoli limiti.

In primo luogo, al momento l'Agenzia delle Entrate non dispone di una metodologia per poter stimare il reddito effettivo di ogni contribuente. La cancellazione della minimum tax, proprio per volontà del primo Governo Berlusconi, ha tolto questa possibilità. Gli studi di settore, come visto nel post del 18 ottobre 2011, che l'hanno sostituita si basano esclusivamente sulla valutazione dei ricavi congrui, non sul reddito congruo, quindi sulla base di questo solo strumento non sarebbe possibile arrivare ad una stima di quanto il contribuente disonesto avrebbe dovuto effettivamente pagare.

Non chiaro è poi il tema delle sanzioni. Nel precedente concordato attuato da Dini nel 1994 le sanzioni furono limitate ad un quarto del minimo previsto dalla legge. Nella proposta dell'o. Leo, probabilmente non vi dovrebbero proprio essere non essendo state citate. In ogni caso, la riduzione o l'eliminazione delle sanzioni sarebbe un vantaggio per contribuenti disonesti, e ciò costituirebbe un incentivo in futuro a continuare ad evadere nella speranza di non essere scoperti, o in alternativa ad accedere ad un concordato per poter sanare la propria situazione senza grandi penali aggiuntive.

Piuttosto che ricorrere allo strumento del concordato meglio allora sarebbe reintrodurre la minimum tax nella sua formula originaria. Ciò garantirebbe un gettito fiscale molto rilevante perché permetterebbe di andare a stanare molta più evasione rispetto a quanto attualmente si riesce a fare tramite gli studi di settore, o con il redditometro o con lo spesometro.

Immagine tratta da http://download.atuttonet.it 



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