venerdì 30 settembre 2011

L’effetto degli accertamenti amministrativi sull’evasione - Ricerche sull'evasione fiscale (5)

Torniamo in questo post a considerare i fattori che spiegano l’evasione sulla base del modello teorico tradizionale.

Concentriamo qui sull’effetto degli accertamenti amministrativi sull’evasione. Come abbiamo visto nel post del 27 settembre 2011 più è alta la probabilità di essere controllati più aumenta la fedeltà fiscale.

Le evidenze empiriche su questo aspetto, sia basate su esperimenti di laboratorio sia su dati reali delle dichiarazioni fiscali, sembrano confermare questa tesi. Vanno però sottolineati due aspetti: (i) la frequenza degli accertamenti deve essere sufficientemente elevata; (ii) l’effetto deterrente degli accertamenti sembrerebbe essere abbastanza limitato.

Osservando l’Italia si può sostenere, anche contrariamente a qual è la percezione comune, che la frequenza degli accertamenti è elevata se confrontata con quella di altri paesi. Dalla Relazione concernente i risultati derivanti dalla lotta all’evasione fiscale presentata dal Governo nel 2009 emerge che la probabilità per una partita Iva di essere controllata è pari al 4,4%. Negli altri paesi, come sostiene Alessandro Santoro nel suo libro (si veda post del 22 settembre 2011), questa percentuale è ben più bassa (tra l’1 e il 2%).

Nonostante i molti controlli effettuati l’evasione rimane in Italia un fenomeno molto diffuso. Ciò può essere spiegato, da un lato, proprio dal fatto che i controlli hanno un effetto deterrente abbastanza limitato. Oltretutto va aggiunto che subire un accertamento non vuol dire necessariamente essere sanzionati, anche nel caso in cui si fosse evaso. Infatti, il sistema giuridico italiano è così complesso e articolato che i contenziosi spesso si concludono con un nulla di fatto per l’Amministrazione fiscale.

Altro aspetto rilevante è che gli studi empirici hanno evidenziato come anche l’aver già subito un controllo non è un forte deterrente verso l’evasione. Difatti possono verificarsi due fenomeni che spingono un evasore a continuare ad evadere anche dopo aver subito un accertamento: (i) se il controllore non ha scoperto buona parte dei redditi evasi, oppure la sanzione comminata è irrisoria, il contribuente può concludere che evadere conviene; (ii) se l’esperienza di subire un accertamento può essere negativa sotto l'aspetto psicologico, la volontà di recuperare le somme scoperte dall’Amministrazione fiscale può spingere il contribuente ad aumentare il suo grado di infedeltà fiscale.

 Immagine tratta da tg24.sky.it

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