martedì 27 dicembre 2011

Tassare il contante e non le carte di pagamento

In un recente articolo apparso su www.lavoce.info Carlo Milani ha avanzato una proposta volta a ridurre l'utilizzo del contante, e quindi indirettamente utile per contrastare l'evasione fiscale in quanto favorisce la tracciabilità dei pagamenti.

La proposta si basa sulla revisione dell'attuale sistema di tassazione dei mezzi di pagamento. La normativa corrente, infatti, prevede che l'estratto conto sulle carte di credito sia soggetto ad un'imposta di bollo sotto determinate condizioni (nello specifico vengono addebitati 1,81 euro per ogni estratto conto mensile superiore ai 77 euro), mentre nessuna imposta è prevista per l'utilizzo del contante.

Invertire questo sistema di tassazione, favorendo i mezzi di pagamento tracciabili e disincentivando il contante, avrebbe quindi notevoli vantaggi in termini di lotta all'evasione. Nello specifico, la proposta avanzata su lavoce.info è quella di applicare un'imposta su ogni prelievo di contante effettuato o presso lo sportello ATM, oppure allo sportello bancario o postale, e detassare completamente l'uso e il possesso di carte di pagamento.

Essendo molto diffuso l'uso del contante in Italia (solo dagli ATM bancari si prelevano mediamente all'anno 140 miliardi di euro) il gettito derivante da una tassa sul prelievo di contante sarebbe molto rilevante e potrebbe permettere di ottenere risorse per introdurre dei crediti d'imposta per coprire i costi del possesso delle carte di credito o di debito a favore dei soggetti che attualmente fanno meno uso di questi strumenti, come ad esempio persone anziane e soggetti con basso reddito.

Immagine tratta da www.assionline.com

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